Villa Degli Oleandri a Marzamemi
La tua vacanza in Villa
Villa a due passi dal mare con 4 appartamenti ognuno dotato di
- 6 posti letto
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… e con 2 appartamenti ognuno dotato di
- 4 posti letto
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Il Dongione di Motta Sant'Anastasia sorge su un panoramicissimo e strategico promontorio, alto circa 65 m, costituito da roccia basaltica (il "neck").
Non è certa la data della sua costruzione. Secondo alcuni storici è stato riedificato su una precedente costruzione araba, nel 1070 dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla, secondo altri è stato costruito nel 1074, non si ha nessun documento che possa confermare con certezza queste date.
Nello stesso posto, nei secoli precedenti, erano state realizzate altre strutture, come testimoniano alcuni resti. Alcune fonti sostengono che anche i cartaginesi abbiano costruito loro roccaforti.
Il castello è stato costruito dai Normanni con funzione sia difensiva che di avvistamento, da esso, infatti, è possibile scorgere buona parte della piana di Catania e del versante meridionale dell'Etna.
Nei secoli il castello ha diversi "proprietari", alcuni legittimi altri, forse, illegittimi, ed è oggetto di aspre contese. Esso è il simbolo di Motta Sant'Anastasia. La sua storia coincide, quasi sistematicamente, con quella del paese, così come si intrecciano realtà e leggenda sui principali avvenimenti accaduti nel castello, e in particolare sulla vita travagliata della Regina Bianca di Navarra.
Dopo i Normanni il possesso del "Castello" passa ai vescovi catanesi (anche se il documento che ha stabilito il passaggio può essere considerato falso o manipolato) ai quali, con alterne vicende, rimane fino a quando gli Aragonesi non affidano i possedimenti dei vescovi a loro sudditi fedeli. Così nel 1300 Sant'Anastasia è di Blasco II d'Alagona. A metà del secolo, passa al Conte Rosso Rubeo e successivamente al figlio Enrico Rosso ("secondo alcuni storici questo possesso non è legittimo, non essendoci stata una formale investitura e quindi non essendo chiaro a quale titolo sia passata a Rosso Rubeo e da questi a suo figlio"). Federico IV d'Aragona toglie il "Castello" e le terre circostanti a Enrico Rosso, perché questi si è ribellato al sovrano. Il Castello passa al Demanio Regio, anche se gli Alagona ne sostengono il possesso, convinti che gli era stato usurpato dai Rosso. Ma le richieste degli Alagona non trovano concorde la Corona. Nel 1392, e solo per sei anni, viene concessa a Simone Moncada una piccola parte del territorio di Motta e l'uso privato del Castello, ma egli, in effetti, usa tutto il territorio demaniale.
Nel 1408 Sancio Ruiz de Lihori ottiene il Castello e il territorio di Motta in vitalizio, ed, infatti, ne tiene il possesso fino alla sua morte (1420 circa). In questo periodo Motta Sant'Anastasia viene elevata a Baronia. Nella seconda decade del 1400 si colloca la storia-leggenda della Regina Bianca e del Conte di Modica Bernardo Cabrera, con Sancio Ruiz de Lihori importante coprotagonista.
Alla morte di Sancio Ruiz de Lihori, Motta e il castello passano a Consalvo Monroj, che nel 1421 con un Privilegio gli viene data in feudo, successivamente a Ludovico Perollo, che aveva sposato la figlia di Consalvo Monroj, e dopo a suo figlio Raimondo, che la da in subconcessione, poi la riprende ed infine la vende. Motta è comprata, poi, da Aloisio Sanchez, che nel 1516, con una formale investitura, ne ha il legale possesso. Nel 1526 Motta Sant'Anastasia, e quindi il castello, passa ad Antonio Moncada. La famiglia Moncada possiede il Castello fino al 1900, da quando diviene proprietà comunale.
La fortificazione era più consistente rispetto al solo "torrione" che oggi sopravvive, tanto che Federico II la definì "castrum" e non "turris".
Fino alla metà di questo secolo era possibile rintracciare altre strutture che completavano il sistema difensivo dentro le mura.
La cinta muraria è caratterizzata dalla successione di opere risalenti a differenti epoche. La fortificazione bizantina (VI secolo), strutture merlate arabe (fine del IX) ed, infine, le mura normanne (seconda metà dell' XI secolo).
A cura degli alunni dell'Istituto Comprensivo "Gabriele D'Annunzio"
http://www.comune.mottasantanastasia.ct.it/
Chiaramonte Gulfi si trova a 15 km da Ragusa, su una collina a nord rispetto al capoluogo. Il paese si trova ad una quota di 668 m s.l.m. mentre l'altitudine massima del territirio comunale si raggiunge sul monte Arcibessi a 906 m s.l.m. La città è anche chiamata il Balcone di Sicilia per la posizione panoramica, con vista che va da Gela (Sud-est) all'Etna (Nord), e la valle dell'Ippari e i suoi paesi (Comiso, VIttoria, Acate) e le dorsali degli Erei fino a Caltagirone, oltre al mare e ai monti Iblei. Il territorio del comune di Chiaramonte Gulfi è il 5^ per estensione (126 km²) in provincia di Ragusa ed comprende un'area che va dai monti Iblei fino alla piana di Vittoria. I corsi d'acqua del comune sono tutti a carattere torrentizio eccetto il fiume Dirillo che segna il confine con la provincia di Catania.
Feste religiose
Tradizionale processione e novenario della Madonna di Gulfi: la domenica dopo Pasqua (domenica in albis) il simulacro viene condotto a spalle, in città nella Chiesa Madre, dove ha luogo un sollenne novenario patrocinato dalle antiche maestranze ed arti. Dopo nove giorni, Mercoledì, processione e discesa del simulacro nel Santuario di Gulfi.
Processione con novenario e festa della Madonna delle Grazie: Dal Giovedì del Corpus Domini, alla 2^ domenica successiva.
Dalla chiesetta delle Grazie, posta sulle pendici dell' Arcibessi fra il verde della pineta, la statua viene condotta a spalle in città, e nella Chiesa Madre ha luogo il novenario.
Festa di S.Giovanni Battista: 24 Giugno.
Processione sul far della sera. Conclude la festa un tradizionale spettacolo pirotecnico.
Festa del SS. Salvatore: prima domenica di Agosto.
Con manifestazioni e spettacoli collaterali.
Festa di S.Vito: patrono della città, ultima domenica di Agosto.
Da qualche anno è stato ripristinato l' Antico Palio, che ha luogo nello spiazzo antistante la Chiesa.
I sapori ed i piatti più rinomati della gastronomia chiaramontana si possono apprezzare nelle varie sagre che, nel corso dell' anno, si svolgono nel territorio con una affluenza di visitatori ogni anno sempre più numerosa.
Sagra dell' olio: Piazza Duomo, fine novembre - inizio dicembre.
Celebra e promuove il rinomato olio DOP chiaramontano. Con varie manifestazioni collaterali, convegni, incontri, visita ai frantoi per la degustazione del prodotto.
Sagra della salsiccia: all' interno del Carnevale, il lunedì grasso, in Piazza Duomo.
Panino con salsiccia, vino e poi, fino a notte inoltrata, gran ballo in piazza.
Sagra della focaccia: Piano dell' acqua, 13 agosto.
Feste campestri con balli, giochi e gustose focacce, come di facevano una volta, innaffiati dal buon vino rosso della zona.
Sagra del gallo ai sapori chiaramontani: Contrada Muti, 17 agosto.
I buoni sapori di un tempo, tra giochi, musica, esposizione e vendita di prodotti tipici. A cura dell' associazione Muti.
Sagra dell' uva: Roccazzo, prima metà di Settembre.
Si svolge nella piazza Arciprete S.Curatolo.
L’olio extravergine di oliva DOP
UliviChiaramonte Gulfi è divenuta, da alcuni anni, famosa in tutto il mondo per la qualità dell’olio che vi si produce.
L’olio extravergine di oliva DOP “Monti Iblei”, e in particolare quella sottozona “Gulfi” che è propria del territorio di Chiaramonte, ha ricevuto negli ultimi anni i riconoscimenti nazionali ed internazionali più prestigiosi.
Le caratteristiche pedoclimatiche del territorio caratterizzano le varietà coltivate che il tempo e la perizia dell’uomo hanno reso così eccezionali.
Da settembre a gennaio si fa la raccolta delle olive ancora, per lo più, a mano, quindi il passaggio dell’estrazione dell’olio nei “trappiti” (frantoi), per arrivare, infine nelle tavole.
Chi vuole consumare questo prodotto di qualità non ha che da affidarsi con serenità ai nostri produttori ed imbottigliatori.
Queste aziende sono state capaci in meno di un decennio di salire sul trono della produzione di olio di qualità, come dimostrano i premi che, ora questa azienda ora l’altra, hanno ricevuto nei saloni più prestigiosi: al SOL di Verona, alla “Sirena d’oro” di Sorrento, ma anche nei saloni internazionali, fino a fornire l’olio per la cena di gala per la consegna degli “OSCAR” a Hollywood.
Dall’anno scorso a Chiaramonte si svolge, all’inizio di dicembre, la rassegna olivicola “Olio e nons’Olio”, un viaggio nei profumi e nei sapori dell’olio e fra le sue mille elaborazioni, dal sapone al gelato.
Qualcuno si è spinto a dire che, poiché l’olio italiano è riconosciuto come il miglior olio al mondo, e visto che, anno dopo anno, l’olio di Chiaramonte si conferma come il miglior olio italiano …
In fondo a questa pagina potete trovare i riferimenti di tutte le aziende del DOP “Monti Iblei” della sottozona Gulfi
L'Orchestra Sinfonica Iblea ha il piacere di segnalarvi il prossimo concerto che si terrà in data:
Venerdì 21 agosto 2009 a Casuzze (S. Croce Camerina) presso il Cine Teatro Giardino d'Estate alle ore 21.00.
Dirige il M° Lucia Bonfiglio
Vi preghiamo di invitare al concerto tutti i vostri amici e conoscenti appassionati di musica inoltrando loro questa mail.
Come al solito il programma sarà molto eterogeneo (dalle sinfonie alle colonne sonore ed alla musica contemporanea), ciò per andare incontro ai gusti ed alle sensibilità musicali di tutti. Nelle prossime newsletter daremo maggiori informazioni sul programma.
Il concerto potrà svolgersi grazie al contributo della Provincia Regionale di Ragusa.
Eventuali musicisti del territorio ragusano interessati a fare parte dell'organico sono pregati di contattarci tempestivamente.
_______________
L‘orchestra Sinfonica Iblea (OSI) nasce col sostegno della Provincia Regionale di Ragusa nel 2004, essa è la prima ed unica orchestra della Sicilia sud-orientale composta in gran parte da musicisti della
provincia di Ragusa.
L'OSI in questi anni si è esibita in quasi tutte le città della Provincia di Ragusa riscuotendo sempre un significativo successo tra cui ricordiamo i concerti di Capodanno svolti il 1 gennaio 2009 al Teatro Colonna di Vittoria (nel pomeriggio) ed al Teatro Tenda di Ragusa (la sera).
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Rosalia nacque a Palermo nel XII secolo dalla famiglia Sinibaldi, nobili della corte reale normanna e feudatari nella Madonie dei monti della Quisquinia e delle Rose. La tradizione orale racconta che Rosalia visse a Palermo alla corte della regina Margherita, moglie di Guglielmo I di Sicilia. Fin dalla sua giovinezza decide di consacrarsi a Gesù Crocifisso scegliendo la penitenza eremitica e si ritirò seguendo l'esempio degli antichi anacoreti sul monte Pellegrino, avuto in dono dalla regina. Nell’ottobre del 1623 Palermo è infestata dalla peste; una donna moribonda, dopo aver ricevuto i sacramenti, durante la notte, sogna una giovane fanciulla che la ivita a recarsi in pellegrinaggio alla grotta ove morì la santa. La mattina successiva la donna si sveglia completamente guarita. Il 26 maggio del 1624 si reca insieme ad altre alla grotta. Dopo aver pregato nella chiesetta dei frati, la donna si assopisce e ritorna la visione della fanciulla che le indica il punto dove Rosalia fu sepolta. Il 15 luglio 1624 quando vengono riportati alla luce i resti vergine eremita e vengono consegnati al cardinale Doria, Arcivescovo di Palermo, il quale nomina una commissione per esaminare i resti. Lo stesso anno durante i lavori di costruzione del convento domenicano di santo Stefano di Quisquina, sempre sul monte Pellegrino, fu scoperta in un'iscrizione latina riportante il testo: "Io Rosalia Sinibaldi, figlia delle rose del Signore, per amore del mio signore Gesù Cristo ho deciso di abitare in questo antro di Quisquina". Nel frattempo la peste dilagava per Palermo e dintorni. E' il 16 febbraio del 1625 quando la santa appare in visione ad un cacciatore, un certo Bonelli, e lo invita ad andare dalle autorità ecclesiastiche e riferire che la peste sarebbe cessata solamente portando le sue reliquie in processione attraverso la città. Il cardinale Doria, sollecitato dalla popolazione, autorizzò la processione al termine della quale la città si ritrova miracolosamente liberata dalla peste, grazie all’intercessione della "santuzza", come i palermitani chiamano affettuosamente santa Rosalia. Nel frattempo, conclusi gli atti del processo di ritrovamento e attestata l’autenticità dei resti e delle numerose grazie ricevute per sua intercessione, il cardinale Doria invia gli atti a papa Urbano VIII, il quale, dopo il regolare processo, ne sancisce la veridicità facendo inserire nel martirologio il ricordo della santa, il 4 settembre e il 15 luglio, giorno di ritrovamento delle reliquie. A Palermo la santa è festeggiata dal 10 al 15 di luglio in tutta la città con innumerevoli momenti che mettono in evidenza la liberazione della città dalla peste, la festa si conclude con la solenne processione per la vie della città della preziosissima urna argentea contenente le reliquie della amata "santuzza".
PRENOTA
Nel silenzio intenso delle colline e degli uliveti, nell'armonia classica delle strutture architettoniche, rivivono le suggestioni della storia e della cultura siciliana e il fascino antico del mito di Dioniso e del suo cuore, che tanto erano cari ai Selinuntini.
Nella mitica terra di Selinunte si narrava che i Titani lacerarono in sette pezzi le membra di Dioniso e che fu Atena a salvarne il cuore nel "Liknon", una cesta coperta poi nascosta sul Parnaso. Nei sacri misteri, che celebravano il ciclo eterno della natura, il "Kradiaîos Diònysos", il cuore di Dioniso, veniva condotto in processione dai Satiri e presentato alle Baccanti per essere risvegliato tra inni gioiosi.
La nuova struttura del Country Hotel Il Cuore di Dioniso è situata in posizione strategica per l’utenza commerciale e d’affari, ideale per l’organizzazione di ricevimenti, convegni a soli 2 km dal famoso sito archeologico di Selinunte e facilmente raggiungibile dai principali collegamenti di trasporto.
In un luogo incantevole, a ridosso del Parco Archeologico di Selinunte, in prossimità delle vecchie necropoli, delimitato da colline tra le quali scorrono il Selinus e il Gorgo Cottone, che giungono fino all’acropoli,
sorge L’Hotel “Il cuore di Dioniso”.
Nei campi circostanti, dove gli antichi Selinuntini coltivavano l’uva sacra a Dioniso e l’olivo sacro ad Atena, restano le tracce di un mondo contadino, inviolato fino alla metà del secolo scorso.
Il nostro obiettivo sarà diventare la struttura ricettiva di riferimento per la provincia di Trapani , cercando di conquistare la leadership nei seguenti segmenti di mercato che intendiamo sviluppare:
* Meeting & Congressi
* Riunioni, Seminari, Incontri di lavoro, convegni, work-shop
* Turismo d’Affari
* Turismo Eno-gastronomico
* Rappresentanti
* Passaggi lunch
# ristorante
ristorante
# veduta
veduta
# interno
Il Casale B&B è una nuovissima struttura comoda confortevole e ospitale che sorge a pochi passi dal centro di Pozzallo. Il nostro B&B, a 150 mt dal mare, dispone di camere tutte dotate di Bagno/Doccia, TV color, aria condizionata. La colazione è servita in un' ampia ed elegante veranda dove gli ospiti possono trascorrere momenti di vero relax. Angolo cottura a disposizione degli ospiti, per coloro che vogliono pranzare o cenare nella confortevole veranda. Cordialità e disponibilità sono gli elementi che caratterizzano questo piacevolissimo B&B.
E-mail:
info@ilcasalepozzallo.it
Telefono:
0932-958961
Cellulare:
3927855107
Agriturismo Salemi Settesoldi
L' Agriturismo Settesoldi è ubicata sulle pendici della collina che fronteggia il lato nord-ovest di Salemi, paese di antiche origini elime, da sempre luogo strategico per i popoli che si sono succeduti nella storia per la conquista dei territori siciliani.
Il variegato paesaggio rurale dell'agro salemitano, permette all'Azienda di poter offrire una vacanza serena e rilassante, completa di ogni comfort, grazie all'attività ricettiva organizzata con otto camere doppie complete di ogni servizio. La posizione geografica strategica di Salemi, nel cuore della provincia di Trapani, consente all'Azienda Agrituristica Settesoldi di proporre itinerari storico-naturalistici di notevole interesse: dai grandi parchi archeologici di Segesta e Selinunte , al suggestivo borgo medievale di Erice, alle perle del Mediterraneo, come la Riserva dello Zingaro e l'isola di Mozia.
E-mail:
agrisettesoldi@virgilio.it Prenota
Agriturismo Alcamo Baglio Fastuchera
L’azienda, inserita nel percorso “Strada del Vino Alcamo DOC”, dista solo 5 km da Alcamo e 45 minuti dall’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo.
Il fabbricato è costituito da un caseggiato tipico dell’architettura
rurale dell’800, con una corte interna (baglio), inserito in un
contesto paesaggistico di rara bellezza con flora mediterranea, pini,
querce, vigneti ed ulivi: ricade nelle immediate vicinanze della riserva Naturale Orientata “Bosco d’Alcamo”.
Il Baglio Fastuchera dispone di 6 stanze, di cui 3 triple, una doppia
con salottino e terzo letto, una doppia e una singola per un totale di
15 posti letto. Ogni camera è fornita di bagno con doccia e
asciugacapelli, televisore, climatizzatore, minibar e cassaforte.
Il Ristorante offre una cucina territoriale ed ha una capienza di 60
persone all’interno, con la possibilità di pranzare anche all’esterno,
immersi nel verde.
Il Bar, attiguo al ristorante, propone freschi aperitivi e degustazione dei vini tipici della zona.
Baglio Fastuchera è un’ottima base di assoluta tranquillità per
raggiungere in poco tempo posti di straordinaria ricchezza
archeologica, culturale e paesaggistica come Segesta, Selinunte, Erice, lo Zingaro, Scopello, San Vito lo Capo, Trapani e Palermo.
E-mail:
info@bagliofastuchera.it PRENOTA
IX edizione del Cinema di Frontiera in programma a Marzamemi dal 21 al 26 Luglio 2009.
Dal 21 al 26 Luglio 2009, a Marzamemi (Pachino-SR), ha luogo il Festival Internazionale del Cinema di Frontiera.
Ideato e diretto da Nello Correale. Il Festival, giunto alla sua IX^ edizione, prosegue il suo progetto di presentare e sviluppare un cinema indipendente, attento ai temi delle frontiere (geografiche, artistiche e culturali), che racconta di culture lontane e diverse senza concedere però nulla all'esotico perché presenta storie autentiche che ci obbligano a riflettere e a guardare l'altro... storie di confini geografici o dell'anima.
Il carattere internazionale della manifestazione e soprattutto lo spirito genuino fa entrare in contatto gli autori e la popolazione, non solo quella del luogo, ma anche quella di passaggio.
Info:
www.cinemadifrontiera.it
La carica dei 500
Randazzo (CT) 16 - 17 - 18 - 19 Luglio 2009
Ci siamo. Sono aperte le iscrizioni per il raduno nazionale delle Cinquecento. Si svolgerà il 16 - 17 - 18 - 19 luglio l'appuntamento che porterà lungo le strade della provincia numerosi modelli della mai dimenticata vettura targata Fiat.
I gioiellini di casa FIAT si ritroveranno e sfileranno lungo le strade del territorio Etneo suscitando la curiosità di centinaia di cittadini. Evento che testimonierà l'affetto per una quattro ruote che ha fatto la storia dell'automobilismo italiano e che coinvolgerà, gli enti pubblici regionali e la stampa. Appuntamento, quindi, a Luglio a Randazzo.
La manifestazione, coinvolgerà gli equipaggi provenienti da paesi siciliani e da varie regioni d' Italia, propone un giro turistico che punta alla riscoperta del territorio Siciliano, dei suoi colori, dei suoi paesaggi e delle sue tradizioni enogastronomiche attraverso i comuni di Randazzo, Taormina, S.Domenica Vittoria, Castiglione, Linguaglossa, l'Etna ed i Nebrodi.
Il Meeting nazionale delle Fiat 500 e derivate sarà un appuntamento "tradizionale per tutti gli appassionati di auto dell'Italia. Si prevede la partecipazione di numerose autovetture e alcuni modelli rarissimi, oramai "fuori" dalle strade da diverse decine di anni, altri bizzarri, originali, unici ma tutti rigorosamente Fiat 500 o derivate (topolino, bianchina e fuori serie).
Programma
16 Luglio 2009
*
Ore 16,00 - 1° Ritrovo e arrivo dei vari equipaggi presso lo stand dell'organizzazione dalle ore 16,00 alle ore 20,30 per effettuare l'iscrizione al raduno con la consegna della targa di partecipazione e della borsa con omaggi degli sponsor. Consegna delle camere ai partecipanti che hanno aderito alla formula "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 20.30 apertura del mercatino di prodotti tipici locali.
*
Ore 21:30 - Spettacolo musicale nell'area dedicata al Raduno
17 Luglio 2009
*
Ore 08.30 Colazione
*
Ore 09.30 Partenza per la 1 escursione Tappa. Gole dell'Alcantara, Castiglione di Sicilia, Passopisciaro Azienda Vinicola "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 13.30 Pranzo.
*
Ore 15.30 Escursione guidata al Lago Gurrida "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 16,00 2° Ritrovo e arrivo dei vari equipaggi presso lo stand dell'organizzazione dalle ore 16,00 alle ore 20,30 per effettuare l'iscrizione al raduno con la consegna della targa di partecipazione e della borsa con omaggi degli sponsor.
*
Consegna delle camere ai partecipanti che hanno aderito alla formula "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 17.30 Visita guidata ai musei ed alla Città d'Arte di Randazzo. "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 20.30 apertura del mercatino di prodotti tipici locali.
*
Ore 21:30 Spettacolo musicale nell'area dedicata al Raduno
18 Luglio 2009
*
Ore 08.30 Colazione
*
Ore 09.30 Partenza per la 2 escursione Tappa. Maniace, Castello Nelson, Bronte, Maletto, Randazzo. "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 13.00 Pranzo.
*
Ore 15.30 Escursione Guidata Trekking al Parco dell'Etna "Zona Pirao"
*
Ore 16,00 3° Ritrovo e arrivo dei vari equipaggi presso lo stand dell'organizzazione dalle ore 16,00 alle ore 20,30 per effettuare l'iscrizione al raduno con la consegna della targa di partecipazione e della borsa con omaggi degli sponsor.Consegna delle camere ai partecipanti che hanno aderito alla formula "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 17.30 Visita guidata ai musei ed alla Città d'Arte di Randazzo. "Giro mi diverto e vedo"
*
Ore 20.30 apertura del mercatino di prodotti tipici locali.
*
Ore 21:30 Spettacolo musicale nell'area dedicata al Raduno
Domenica 19 settembre 2009
*
Ore 08.00 Colazione
*
Ore 9,00 Partenza per Taormina
*
Ore 10.00 Arrivo a Linguaglossa
*
Ore 11,30 Arrivo a Taormina.
*
Sfilata per il corso Centro Storico.
*
Ore 13.00 Liberi di fare.
*
Ore 15.30 Appuntamento a Giardini Naxos.
*
Ore 16.00 Ritorno a Randazzo.
*
Ore 19.00 Raduno in Piazza Loreto e visione delle Auto e degli equipaggi.
*
Ore 22.00 Foto, premiazione e consegna targhe ricordo di partecipazione..
Scarica il Regolamento
N.B. Le iscrizioni al raduno si effettuano esclusivamente sino a sabato 18 luglio 2009. E' disponibile un servizio di prenotazione soggiorni in B&B, Hotel, Agriturismo con prezzi particolari per gli iscritti. "Formula giro mi diverto e vedo". E' disponibile un servizio di ristorazione con prezzi particolari per gli iscritti "Formula giro mi diverto e vedo".
Scarica la Cartina
Per informazioni e prenotazioni:
Bp_Study - Telefono: 328 - 2839279.
beppepetrullo@alice.it
La Pasticceria Dolci tradizioni a
Modicaha saputo dare quella naturale dolcezza che, da sola, può fare di
una semplice festa o di una ricorrenza, un momento indimenticabile.
La ricetta che rende possibile ciò che
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nostri prodotti, l’abilità artigianale della pasticceria Dolci
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conservando tutto ciò che è tradizione ed esperienza ci hanno insegnato
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troverete in tutti i nostri prodotti, tutto questo unito per dare
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Cioccolato Modicano - Conducci Toscane - Fiocchi de mandorla -Filetti di mandorla - Biscotti misti di mandorla.
Biscotti di riposto - Torte per ogni ricorrenza.
Cioccolato di Modica: Peperoncino - Cannella - Fondente - Vaniglia - Caffè - Carrubo - Limone - Arancio.
IL GIORNALE DI POZZALLONEWS POZZALLO
Direttore responsabile: on. Attilio Sigona
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Concorso ANMI. La maestra Puma: “Soddisfattissima del lavoro dei bambini”
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Maria Ausiliatrice: Oggi la Processione con il simulacro per le vie della città
Continuano i festeggiamenti di Maria Ausiliatrice a Pozzallo, nella Chieda Madre Madonna del Rosario. Oggi sarà la volta della solenne concelebrazione Eucaristica che sarà presieduta...
mag 24 2009 / No comment / Read More »
CATEGORIA AGRITURISMI IN LICATA (AG)
Ecco il totale delle strutture presenti a Licata relative alla categoria "Agriturismi".
Bed and Breakfast Licata Zu Nicolò
La struttura si compone di una camera con ingresso indipendente e giardino ad uso esclusivo. Disponibile per gli ospiti un gazebo in legno per la prima colazione ed uno spazio solarium. Alberi di agrumi e da frutto a disposizione. La colazione sarà abbondante e tipicamente siciliana ( in inverno torte fatte in casa, in estate granita e brioches) Il Bed and Breakfast Zù Nicolò è una deliziosa depandance di una casa con giardino sita nelle immediate vicinanze del centro di Licata ( AGRIGENTO). La struttura è vicina al mare di sabbia fine della Playa, al centro storico di Licata ed è facilmente raggiungibile dalla strada statale 115. Ideale per soste ristoratrici durante i vostri Tour di Sicilia.
La struttura di un vecchio casale riadattato per accogliere, in eleganti e sobri ambienti, chi desidera trascorrere una vacanza all'insegna del relax e del benessere.
La Rosa dei Venti possiede la Terrazza di Annaroberta, posto esclusivo con suggestiva vista mare, dove fare colazione, assaporare drink e condividere magici momenti al tramonto. La Terrazza di Annaroberta è disponibile anche per rinfreschi, festeggiare ricorrenze e organizzare eventi.
L'Hotel “la Rosa dei Venti” dispone di 10 eleganti e confortevoli camere matrimoniali con finiture di pregio.Due sono le Suite con ampia terrazza personale e vista mare.ed una attrezzata per i disabili. Tutte le camere, ampie e luminose, sono dotate dei piu' moderni confort :aria condizionata anche nei bagni, TV LCD, frigobar, cassaforte, telefono e bagno con doccia.
Forniamo servizio di prima colazione nella suggestiva Terrazza panoramica di Anna Roberta con spettacolare vista mare. La colazione può essere servita anche in camera o all'interno della struttura.
Telefono:
0931844343
Sito Web:
http://www.hotellarosadeiventi.it
E-mail:
la.rosadeiventi@live.it
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Cioccolato e Dolci di Modica
Un viaggio nel mondo della buona pasticceria Modicana Dolci tradizioni.
la Pasticceria Dolci tradizioni a Modica ha saputo dare quella naturale dolcezza che,
da sola, può fare di una semplice festa o di una ricorrenza, un momento indimenticabile.
La ricetta che rende possibile ciò che può apparire un miracolo è il risultato della
passione della pasticceria Dolci Tradizioni a Modica.
la genuinità degli ingredienti per i nostri prodotti, l'abilità artigianale della pasticceria
Dolci Tradizioni maturata manmano negli anni, l'uso delle tecnologie conservando tutto ciò che è tradizione ed esperienza ci hanno insegnato amore per il nostro lavoro.
La genuinità, abilità ed bontà troverete in tutti i nostri prodotti, tutto questo unito
per dare quella dolcezza per gioire una grande festa e renderla indimenticabile.
I DOLCI TIPICI...LA NOSTRA SPECIALITA
Cobaita - Mustazzolo - ‘Mpanatigghia - Torrone - Dolci di Riposto
Fiocco di Neve - Amaretto - Riccio de Mandorla - Nucatolo.
Cioccolato Modicano - Conducci Toscane - Fiocchi de mandorla
Filetti di mandorla - Biscotti misti di mandorla.
Biscotti di riposto, Torte per ogni ricorrenza.
Cioccolato di Modica: Peperoncino - Cannella - Fondente
Vaniglia - Caffè - Carrubo
Limone - Arancio.
Cioccolato di Modica Pasticceria Spinnagghi
Informazioni su Cioccolato di Modica Pasticceria Spinnagghi
CIOCCOLATO Modica Spinnagghi
La cioccolata di Modica Spinnagghi
lavorato a mano con ingredienti tradizionali, originali, granuloso e di intensi sapori. dai semi di cacao triturati per ottenere una pasta granulosa, la pasta di cacao. Cioccolata fatta artigianalmente dalla pasticceria Spinnagghi a Modica.
Da Spinnagghi il cacao viene lavorata a 40° con aggiunta di zucchero; non riuscendo a sciogliersi né ad amalgamarsi.Cioccolato modicano Spinnagghi con caratteristico aspetto ruvido di consistenza granulosa. La tavoletta di cioccolato modicano Spinnagghi ha un colore marrone non uniforme, aroma intenso del cacao tostato, e di sapore notevole. Viene tradizionalmente aromatizzato con cannella, vaniglia, menta, agrumi, caffè, peperoncino e tanti altri gusti per il più esigente consumatore modicano, Il cioccolato di Modica Spinnagghi: impossibile resistere.
I DOLCI TIPICI DELLA NOSTRA SPECIALITA'
Cobaita - Mustazzolo - ‘Mpanatigghia - Torrone - Dolci di Riposto
Fiocco di Neve - Amaretto - Riccio de Mandorla - Nucatolo.
La cioccolata Modicana Spinnagghi di gusto intenso, persistente, e dolce.
Le sensazioni sono di gusto morbido, le essenze sono autentiche e intense. Cioccolata Spinnagghi, equilibrata e sabbiosa,impossibile resistere.
Fatta artgianalmene a Modica, da Spinnagghi, la cioccolata di Modica da Spinnagghi, fatta con ingredienti tradizionali di alta qualità.
Le novità sono legate in genere a fattori di moda, che cambiano ogni anno.
Fanno sognare agli appassionati dei dolci più esigenti.
Cerchiamo di essere sempre attenti e innovativi, ma di fatto igusti più richiesti, sia dagli italiani e dai turisti, non sono sempre gli stessi.
Per questo ogni anno proponiamo sempre sapori nuovi, gusti insoliti a volte, utilizzando però ingredienti tradizionali, sono sapori comunque
noti, anche se abbinati in maniera originale; in questo modo si soddisfa sia la voglia di nuovo sia l’attaccamento alla tradizione.
Indirizzo:
Via Risorgimento, 5 / Via Muzio Scevola, 51
Città:
Modica - (RG)
Telefono:
0932 764423
Cellulare:
Fax:
0932 761544
Sito Web:
http://www.siciliasud.it/pasticceriaspinnagghi
E-mail:
spinnagghi@gmail.com
ISPICA chiesa di Sant Antonio Virtual Tour
Situata su una collina ("colle Calandra") ad un'altitudine di 170 m s.l.m. e a 7 km dalla costa, dista 31 km a sud-est del capoluogo provinciale. È il comune più a sud della provincia. Il territorio ha un'altitudine che va dai 0 m s.l.m. ai 309 m s.l.m.[2] ed è il sesto della provincia per superficie (113,5 km²). Include il Parco archeologico della Forza, con scavi e reperti fin il 1692, e Cava Ispica, riserva naturale prossima a far parte del Parco nazionale degli iblei. Inoltre fanno parte le riserve naturali dei Pantani, del Maccone Bianco e dell'isola dei porri, uno scoglio meta di escursioni subacquee, situato a 2 km dalla costa. Ad est, lungo la Cava Ispica, è attraversato dal fiume Busaitone, spesso in secca, le quali acque alimentavano, con il nome di Rio della Favara, i Pantani. La sua costa si estende fra il comune di Pozzallo e quello di Pachino in provincia di Siracusa per 13 km di lunghezza, prima con tratti bassi e sabbiosi e poi alti e rocciosi.
Il Castello di Caccamo
Il castello di Caccamo, realizzato in pietra calcarea cavata nel suo stesso sito, sorge su uno sperone roccioso, sul versante Nord-Est del monte Calogero. L'edificio, per l'alternarsi nei secoli delle diverse famiglie signorili, si presenta oggi come un insieme di corpi di fabbrica costruiti in varie epoche.
caccamo veduta
Si accede al castello salendo un'ampia rampa cordonata, in cima alla quale vi è un primo cancello d'ingresso che immette in una corte su cui si affacciano fabbriche quattrocentesche .Varcato un secondo cancello si giunge in un silenzioso cortile che, attraverso un andito, immette al teatro del castello. Sempre nel cortile, di fronte all'ingresso del teatro, doveva insistere l'alloggio delle guardie del castello, da cui aveva inizio il percorso assegnato alla ronda per il servizio di sorveglianza.
Sul lato destro una apertura sormontata da un arco a tutto sesto, sopra cui poggia un altro arco a sesto acuto, porta ad un terrazzo, in cui sorge la piccola chiesa di corte e in cui vi è l'ingresso alle prigioni. Si tratta di vani dalle pareti umide e annerite, con incisi motti e improperi e figure varie che esprimono lo stato d'animo di chi si trovava lì in attesa di giudizio; tetti bassi e giacigli in muratura che testimoniano l'orrore del luogo di pena.
Un breve vestibolo immette nelle altre ali del castello, nelle cui pareti sono incassate due lapidi: una, posta sul lato destro dell'entrata, ricorda uno strano sogno di don Antonio Amato, duca di Caccamo, secondo cui nel castello esistevano numerosi orci d'olio; l'altra contiene la perifrasi di un distico elegiaco dei Tristia di Ovidio, « Tempore felici omnes gaudent amici dum fortuna perit nemo amicus erit».
Attraversato il vestibolo, ci si trova in un vasto cortile con varie porte tra cui quella che immette nei saloni del castello, distinta dalla lapide sulla sua sommità, posta a ricordo della sconfitta inflitta dai caccamesi agli angioini nel 1302. Un altro percorso per giungere al cortile è un corridoio stretto e modesto, riservato esclusivamente alla servitù.
I vani del castello sono di varie misure, divisi da muri di grosso spessore e comunicanti tra loro attraverso grandi e piccole aperture. Dal portale del cortile si entra nel salone detto «della congiura», perché, secondo la tradizione, fu proprio in questo salone che nel 1160 si riunirono i baroni del reame di Sicilia ribelli a re Guglielmo, capitanati dal signore di Caccamo Matteo Bonello. Dalle pareti pendono diverse armi da guerra: elmi, scudi, pugnali, spade, scimitarre, frecce; il soffitto è a cassettoni dai disegni tardo-rinascimentali.
Da questo salone si accede nelle camere private del castellano, nella sala dei convegni, nelle stanze da letto. Tutti questi vani, a loro volta, immettono su un ampio terrazzo.
Nell'ala opposta vi sono la sala da pranzo dagli affreschi del '600, dai pavimenti a mosaico; e le sale della foresteria. In una di queste un'apertura immette in una piccola stanza che un tempo funzionava da cappella, e in cui, al centro del pavimento, una tavola quadrata fa da caterratta ad una botola.
Nell'ala a levante, non più praticabile, gli ambienti si aprivano su due grandi balconi, uno dei quali viene detto della «bella vista» per il meraviglioso panorama che offre sulla città di Caccamo.
Nel piano sottostante a quello nobile, con accesso attraverso una scala scavata nella roccia, esistono ancora gli appartamenti per la servitù, nonché enormi magazzini per le vettovaglie e altro.
Durante il Medioevo si accedeva al castello dal lato sud-ovest, dove si innalzavano le torri dominanti l'antico quartiere Terravecchia, che rappresentava la cittadella del maniero. A difesa del castello e della cittadella vi erano quattro torri, ciascuna fornita di sottostante cisterna: quella di Pizzarrone, a valle, la torre della Piazza, non più esistente, la torre delle Campane, oggi campanile del Duomo, e infine l'attuale campanile della chiesa dell'Annunziata.
La parte di tramontana del castello venne rimaneggiata e fortificata durante il dominio dei Chiaromonte. Essi fecero costruire l'ala di nord-est, una torre a ridosso del Mastio e la torre detta del Pizzarrone posta allo sbocco delle fogne a valle; fecero restaurare la torre Gibellina.
Ai Prades-Cabrera, si deve, invece, la realizzazione della torre della «Fossa» o del «Dammuso» e del corpo che contiene, nella parte alta,un grande appartamento detto delle «Audienze», più tardi adibito a teatro per le riunioni poetiche che organizzava Giuseppina Turrisi Colonna; e nella parte bassa le scuderie.
Secondo l'Inveges la torre «Mastra», crollata in seguito al terremoto del 1823, fu la più antica e alta torre della fortezza, attorno alla quale si sviluppò il resto del castello e della cittadella. I locali della torre erano angusti con strette aperture e monofore a tutto sesto.
Con la signoria degli Amato il castello da edificio difensivo diviene palazzo baronale seppur arricchito dagli stessi da un'abbondanza di merli. In particolare la parte sud del castello viene arricchita di soffitti lignei dipinti, pareti decorate da fasce affrescate. Il portale d'ingresso al salone principale venne inquadrato da alte colonne, coronato da un sontuoso timpano spezzato. Amplissime finestre con balconi sostenuti da mensoloni di pietra s'affacciano sul quartiere della Terravecchia.
Le coperture dei locali medievali sono a botte, sia a tutto sesto che ogivali, le finestre ogivali per il periodo compreso tra i secc. XIV-XV, a tutto sesto nella parte più antica e in quella del XVI secolo.
R. Santoro, Il baluardo del feudo. Il castello di Caccamo;
Il Cuore di Dioniso Country Hotel
Informazioni su Il Cuore di Dioniso Country Hotel
Nel silenzio intenso delle colline e degli uliveti, nell'armonia classica delle strutture architettoniche, rivivono le suggestioni della storia e della cultura siciliana e il fascino antico del mito di Dioniso e del suo cuore, che tanto erano cari ai Selinuntini.
Nella mitica terra di Selinunte si narrava che i Titani lacerarono in sette pezzi le membra di Dioniso e che fu Atena a salvarne il cuore nel "Liknon", una cesta coperta poi nascosta sul Parnaso. Nei sacri misteri, che celebravano il ciclo eterno della natura, il "Kradiaîos Diònysos", il cuore di Dioniso, veniva condotto in processione dai Satiri e presentato alle Baccanti per essere risvegliato tra inni gioiosi.
"Tutte le altre parti di Dioniso furono frantumate dagli dei separatori, mentre il solo cuore rimase indiviso per la previdenza di Atena, solo infatti il cuore che vede lasciarono"
Proclo, commento al Timeo di Platone
CONTATTI
Indirizzo: Loc. Marinella di Selinunte - SS 115/Dir. Km.5+552
Città: Castelvetrano - (TP)
Telefono: 0924 941046
Fax: 0924 941149
Sito Web: http://www.ilcuoredidioniso.com
E-mail: info@ilcuoredidioniso.com
piazza rimenbranze
Pozzallo, l’unico comune marittimo della provincia di Ragusa, è una ridente cittadina distesa in riva al mare con magnifiche spiagge molto frequentate. Il suo territorio è poco esteso, compresso com’è fra quelli di Modica e dì Ispìca, che si estendono anch’essi fino al mare. Il comune, coi suoi circa 19.000 abitanti, ha cominciato ad avere importanza solo nel XIV secolo come sbocco al mare della contea di Modica, quando i Chiaramonte vi costruirono un Caricatore. Ma il suo territorio è stato abitato anche molto tempo prima: testimonianze del periodo romano- bizantino sono venute alla luce grazie all’opera di Paolo Orsi e a scoperte casuali che hanno portato al ritrovamento di monete romane ricoprenti un periodo di due secoli dal 72 al 250 d.C..
In quei secoli questo tratto di costa aveva dei pozzi di acqua dolce, ai quali attingevano le navi di passaggio, infatti Pozzallo significa Pozzo al mare. Una delle prime forme di deno–minazione che si conoscono è “Pausisalos” = approdo al
mare, mantenuta anche dopo la conquista dei Saraceni, che lo chiamarono “Puteusalos”= Pozzo al mare, trasformato poi in “Pusalo” e “Pusalo”. Durante la
dominazione araba divenne uno degli scali dove trovavano rifugio le galee attrezzate per lanciare ordigni di fuoco allo scopo di bruciare le navi nemiche. Poiché queste navi erano chiamate “dromoni”, il nome del luogo da “Pusalo” si trasformò in “Marsa as Deramini”, cioè “porto dei dromoni”, nome col quale lo storico Edrisi, vissuto nel XII secolo, chiama Pozzallo.
Andati via i Musulmani, ritornò il vecchio termine e in un documento del 1400 si legge “Alpusalli”, che nei secoli XV e XVI si trasforma varie volte, ma conservando più o meno la stessa fonetica: “Lu Puzzallo” o “La Puzzalla”, fino al 1664, quando nella carta geografica di Roussin si trova il termine definitivo “Pozzallo”, confermato poi definitivamente dalla carta del Regno di Sicilia del 1721.
In ogni modo la vera storia di Pozzallo, come si è detto, comincia con la costruzione del Caricatore, cioè dei magazzini, in corrispondenza dei quali erano realizzati dei pontili, ai quali attraccavano delle navi per il carico delle merci. La realizzazione del Caricatore fu molto importante per la contea, perché serviva per l’esportazione dei prodotti agricoli richiesti altrove. \ _/;,,•• ; Per tanti secoli Pozzallo era stato un borgo di Modica, ma con il decreto di Francesco I di Borbone, re delle Due Sicilie, in data 12 giugno 1829, “La borgata detta “II Pozzallo”, attualmente dipendente dal Comune di Modica… è eretta in separato Comune”. Dal 1816 con l’abolizione del feudalesimo in Sicilia, non essendoci più l’obbligo della consegna del grano al conte, il caricatore e quindi anche la torre perdono di importanza, fino al quasi completo abbandono, se si eccettua un breve periodo, durante la seconda guerra mondiale, in cui la torre fu usata come postazione antiaerea. Attualmente la torre è Monumento Nazionale, oltre che stemma e simbolo della città.
I primi rioni di Pozzallo sono sorti nei pressi della torre e del Caricatore, come il quartiere denominato Scaro, con vie strette, proprie dei centri mediterranei. Per il resto la cittadina ha un aspetto moderno, con strade rettilinee e impianto a reticolo, con una buona parte di case aventi l’ingresso su ballatoi sopraelevati dal piano stradale, che le rendono altamente caratteristiche.
Monumenti
La città, oltre alla già citata torre dei conti Cabrerà, non ha opere d’arte di grande rilievo, ma un giro per le vie e le piazze porta a scoprire una realtà viva e animata.
Sulla Piazza Rimembranze, centro della cittadina, prospettano alcuni begli edifici, come il Palazzo Giunta, dal magnifico e lavorato portale e, dalla parte opposta, il Palazzo Pandolfi, mentre nel centro spicca il Monumento bronzeo ai Caduti.
Una nota curiosa sono le quarantasei palme, che ricordano altrettanti eroi pozzallesi morti durante la I guerra mondiale. Sul corso principale (Via Vittorio Veneto), si nota il Palazzo Comunale e un bellissimo giardino pubblico prospiciente sul mare.
L’edificio comunale, costruito nel 1926 ad opera del marchese Corrado Tedeschi, presenta una facciata scandita al piano nobile da tre ampie finestre, quindi una cornice marcapiano e un orologio in alto. Ai fianchi due prospetti laterali chiudono ad “U” la facciata, rendendola più armoniosa.
All’interno un ampio e luminoso scalone si biforca in due rampe che portano al piano nobile, dove si trovano gli uffici di rappresentanza.
Ai lati del comune si trova la Villa Comunale o “I giardini pubblici”, con aiuole fiorite e vari tipi di alberi, come Ficus giganti, palme e oleandri, che specchiandosi nel-l’azzurro mare, offrono uno spettacolo singolare. Frequentata costantemente sia dai pensionati che dai -giovani, in estate diventa punto di incontro per le varie iniziative culturali e di intrattenimento. Vi si trova inoltre il busto in bronzo, di Raffaele Scala, 1 patriota pozzallese dell’epoca garibaldina, opera di Francesco Gugliotta.
Quasi di fronte si trova il palazzo della Società Marinara , di Mutuo Soccorso, con belle ed ampie finestre al primo piano con un’anfora fra due volute, sulla fascia marca- • piano.
Di fronte al Comune, su un’alta scalinata, si erge la massiccia Chiesa Madre, dedicata alla Madonna del Rosario, dalla semplicissima facciata a due piani, scanditi da i fascia centrale e da lesene con capitelli ionici.
L’interno rispecchia la semplicità della facciata: è costituito da tre navate, sostenute da doppie colonnine, e da cappelle laterali ravvivate da stucchi nel catino absidale e negli altari del transetto.
Belle passeggiate si possono compiere lungo i giardini del lungomare, dove si erge un monumento a S. Giovanni Battista, protettore dei marinai, opera dello scultore poz-zallese Valente Assenza.
Questa è la zona di Raganzino, che prende il nome dalla spiaggia omonima e che prosegue fino al moderno porto, dominato dal “castello Di Martino”, una costruzione lasciata incompleta negli anni Trenta. Di notevole rilievo è in questa zona la moderna Chiesa di San Giovanni Battista, che sorge nello stesso posto del vecchio tempio
La sua facciata moderna è scandita da tre portici ed ha sulla sinistra un alto campanile.
Nell’interno, a croce latina, entra una soffusa luce dalle finestre a mosaico di vetro colorato, mentre all’altare centrale si trova la statua del patrono San Giovanni, opera dello scultore Herbert Complj. Di rimpetto alla torre medioevale sorge il Palazzo Giunta, detto Musso, che qualifica il centro storico, ponendosi come elemento indispensabile alla fisionomia della Piazza Rimembranza. Questo palazzo, costruito nel 1926, su progetto dell’ing. Vincenzo Arangio di Rosolini, dal capomastro Clemente Gugliotta, presenta prevalenti caratteri architettonici neoclassici, con alcuni elementi decorativi di gusto liberty, quali le grate in ferro battuto e gli intagli agli angoli del corpo del primo piano. Il loggiato, che percorre due lati del palazzo, filtra la luce nel rapporto internoesterno ed, oltre alla funzio ne estetica, ha quella pratica di riparare i forti raggi estivi e le piogge invernali in un rapporto positivo con l’ambiente circostante.
Il materiale usato, il calcare duro per gli elementi portanti e quello tenero per il resto, permise ancora una volta agli scalpellini locali di mostrare le loro capacità nel trattare la pietra nelle ultime testimonianze di una tradizione - che possiamo considerare ormai alla fine. L’ultimo elemento da sottolineare è costituito dalle inferriate in ferro battuto: il disegno è tipicamente liberty e testimonia l’adesione della cultura locale e della Sicilia sud orientale alle correnti figurative nazionali.
Nell’interno si trovano diverse stanze con affreschi sia alle pareti che nella volta, e quadri di Assenza, pittore medicano.
Interessante, anche se poco conosciuta, alla periferia di Pozzallo, nel quartiere Scaro, è la villa Tedeschi, costruita verso la fine dell’800 o agli inizi del ‘900, probabilmente come residenza estiva. Essa è composta da un corpo centrale a due piani, con stanze e scale adorne di stucchi e affreschi, e da una cappella gentilizia, che risente dell’influenza liberty del periodo. Gli affreschi delle scale riproducono vasi di fiori in finte prospettive di paesaggi, mentre nelle stanze superiori, sono rappresentati paesaggi con pagode e scene di vita cinesi, vasi di fiori, tende e colonne.
Torre Cabrerà
Torre CabreraCostruita nel 1429 da Bernardo Cabrerà, aveva il compito preciso di difendere il Caricatore dalla pirateria.
Eretta nella parte mediana del litorale pozzallese, ha forma parallelepipeda e raggiunge un’altezza di oltre trenta metri.
Responsabile della Torre era il Regio Mastro Portolano, il quale dirigeva le operazioni di carico e scarico delle merci.
Fra il 1535 e il 1543 il Viceré Ferrante Gonzaga fece costruire una serie di torri costiere, in maggioranza sul lato orientale e meridionale dell’isola, situate in posizione, tale che rendesse possibile lanciare dall’una all’altra segnali di allarme.
Dopo il terremoto del 1693, che fece crollare una parte1 della Torre, fu aggiunta all’edificio una terrazza a mare destinata ad accogliere l’artiglieria. Successivamente venne eretta un’altra torre a fianco di quella esistente.
Con l’abolizione, nel 1616, della feudalità in Sicilia la funzione principale per cui la Torre era stata costruita venne a decadere.
Nel 1829 nacque la Borgata Pozzallo e la Torre diventò, nel 1840, sede temporanea del telegrafo e del comando di un battaglione della Guardia di Finanza nel 1895. Il suo ultimo ruolo difensivo si concluse durante la Seconda Guerra Mondiale con lo sbarco alleato. I primi-restauri sono stati operati negli anni Sessanta e, ripresi nel Settanta.
I lavori sono stati interrotti per esaurimento dei fondi, così che la Torre non può essere apprezzata per la sua bellezza interna e per la sua maestosità. All’interno della Torre moltissime sono le volte a crociera e a botte, mentre una scala a chiocciola conduce nella parte superiore da cui si può ammirare un ampio pano-| rama della costa.
Le “chiave di volta” di alcune sale portano scolpito lo stemma della famiglia Cabrerà.
In una delle sale, adibita fino al 1715 a Cappella dedicata a Santa Maria della Pietà, ogni domenica un sacerdote, inviato dalla chiesa di San Pietro di Modica, celebrava la Messa.
Nei sotterranei venivano rinchiusi i prigionieri, e chi di loro era condannato alla pena capitale veniva giustiziato nel “Pozzo della morte”.
Gruppo “Progetto sviluppo Turistico” Comune di Pozzallo
comunepozzallo
Nel Cuore del Mediterraneo
Pozzallo è una cittadina elegante ed accogliente che offre ai turisti opportunità di relax,divertimento,shopping e molto di più.
Il mare nelle luminose giornate estive è l’attrazione principale con le grandi spiagge che da parecchi anni si fregiano del vessillo di bandiera blu e la pongono ai vertici nazionali per qualità del Mare:Il Lungomare di Ponente e di Levante grazie ai grandi spazi sono l’ideale per lunghe passeggiate serali.
La Notte di Pozzallo si anima di Movida intrigante i tavoli del bar offrono l’occasione per gustare gelati e granite da sogno i ristoranti e le pizzerie offrono il meglio della gastronomia Siciliana: I Pub richiamano i giovani che vivono gioiosamente il centro storico sotto la vigile attenzione della maestosa torre.-
Così la notte scorre e lascia all’alba il compito di regalarci un’altra splendida avventura nel cuore del Mediterraneo.
La storia di Caccamo è ricca di profonda umanità, saldamente legata ai valori del lavoro e della religiosità. Ne sono ulteriore testimonianza le numerose chiese esistenti nel suo territorio, alcune delle quali si impongono all'attenzione per l'importanza architettonica e artistica.
L’itinarario non può che iniziare dal Duomo, dedicato a San Giorgio. Fondato dai Normanni nel 1090, ampliato nel 1614, custodisce preziose opere d'arte: il blocco marmoreo del fonte battesimale datato 1466, della scuola del Gagini; cosi come il ciborio della cappella del SS. Sacramento del XV secolo; la tavola di Simone De Wobrek, raffigurante la caduta di Gesù sotto la croce del XVI secolo; le tele dei cinque sensi di scuola fiamminga e la grande tela raffigurante il miracolo di San Isidoro Agricola del 1641. All'interno della sagrestia si possono inoltre ammirare bassorilievi, dipinti, statue, messali, manoscritti paramenti sacri ricamati in oro, calici, ostensori.
Non lontano da Piazza Duomo, troviamo la chiesa dell'Annunziata. Fondata intorno al 1200, presenta agli esterni interessanti elementi barocchi. L'interno è suddiviso in tre navate ed impreziosito da opere d'arte come la tela raffigurante l'Annunciazione di Guglielmo Borremans, e alcuni stucchi di Bartolomeo Sanseverino.
Poco distante troviamo la chiesa di San Benedetto alla Badia. Fondata nel 1615 dalle suore benedettine, l'interno presenta un grande pavimento in maiolica di Nicolò Sarzana, una splendida cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, una grandissima quantità di stucchi attribuiti alla scuola del Serpotta ed inoltre marmi policromi, affreschi sulla volta e le tele degli altari laterali.
La piazza del Duomo è circondata da altri splendidi monumenti barocchi: la chiesa dell'Oratorio, il palazzo del Monte di Pietà, la chiesa delle anime sante del Purgatorio. Questo complesso monumentale costituisce uno dei più eleganti ambienti architettonici di Caccamo, scenario suggestivo utilizzato come cornice ad importanti spettacoli all'aperto e manifestazioni culturali.
Fra gli edifici religiosi di interesse artistico che consigliamo di visitare, ricordiamo: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che custodisce una preziosa "Madonna col Bambino", capolavoro del Gagini, ed i resti mortali del Beato Giovanni Liccio, patrono e protettore della città di Caccamo e la chiesa con annesso convento dei Cappuccini, con il suo imponente altare maggiore ligneo di stile dorico e corinzio.
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